sabato 6 maggio 2017

L'ansia da lettore e il panico della scelta

Un po' di tempo fa lessi questo interessante articolo che riguardava la lettura dei classici e l'inevitabile dilemma che ogni appassionato lettore si troverà prima o poi di fronte: riuscirò mai a leggere tutto? Spoiler: la risposta è no. Nello specifico si trattava di leggere tutti i classici.

La vita è troppo breve per leggere tutti i classici

Naturalmente da lettrice appassionata quale sono, anche a me viene a volte l'ansia all'idea che non riuscirò mai a leggere tutti i libri che mi interessano, figuriamoci poi anche i libri che mi interessano meno, ma che ritengo in qualche modo "letture obbligatorie".
Rispondendo a una lettrice in ansia, Guido Vitiello cita un testo di Eco in cui si cercava di quantificare il numero di classici esistenti, circa 16.000 all'epoca dell'uscita del testo. Numero questo, destinato a crescere col tempo, perchè col passare degli anni nuovi testi diventeranno dei classici e si aggiungeranno alla lista già lunghissima. E' quindi matematicamente impossibile leggerli tutti, anche campando qualche secolo in più.
Ma qui si parla solo di classici, se aggiungiamo all'equazione anche testi più moderni o di genere, ecco che la lista raggiunge cifre astronomiche. Da capogiro. Se anche il mercato editoriale morisse domani, non venisse mai più pubblicato niente e dovessimo accontentarci dei libri usciti fino a questa data, i testi pubblicati sono comunque troppi. Ecco l'ansia. E la necessaria accettazione dell'inevitabile: morirò non avendo letto tutto quello che voglio leggere e dopo la mia morte usciranno dei libri che mi sarebbero potuti piacere.


 E' un concetto difficile da accettare, amaro e disgustoso quanto una fetta di pane andata a male.
Ma ci si può consolare con l'altro lato della medaglia: Non potendo leggere tutto, sicuramente eviterò anche delle pessime letture. Sia per scelta che per distrazione. Almeno quello.

Quando vengo colta da ansie esistenziali di questo tipo diventa molto difficile prendere in mano un libro da leggere, perché improvvisamente la scelta del testo diventa fondamentale. Scegliendo un libro non ne sceglierò un'altro... e se l'altro fosse stato meglio? Se l'altro fosse il libro che mi cambia la vita? Se non scegliendolo adesso lo relegassi al fondo della libreria per poi non leggerlo mai più?
Sono poi anche convinta che per ogni testo ci sia un momento più o meno adatto, in base al proprio stato d'animo, alle letture precedenti ecc. Può quindi capitare, che un libro sarebbe stato perfetto letto in un certo momento, e invece lo leggiamo in un altro momento, meno opportuno.

Ok, da questa voragine si esce in un modo solo: sorridendo e leggendo... qualcosa. Perché in fondo non c'è un modo per salvarsi dalle pessime letture e accaparrarsi in qualche modo TUTTE le migliori letture del  mondo. E onestamente, un buon "pessimo" libro di tanto in tanto ci sta, provoca un piacere tutto suo e permette delle ottime "distruzioni" di libri (in senso puramente intellettuale. Nessun libro è stato danneggiato per la fruizione di questo blog.)
E per quel che riguarda i testi da leggere assolutamente, ho una lista mentale più o meno infinita e in continuo mutamento che, come l'universo, non si può davvero contemplare nella sua interezza e va bene così. Prima o poi spunterò qualcosa dalla lista, sentendomi soddisfatta come se avessi scalato l'Everest, quando invece sono le scale di casa mia (quattro piani)...

Bene. Dopo questa dosa di ansia pubblica, auguro a tutti buone letture. Anche a me.

mercoledì 29 marzo 2017

Recensione #14: La parte dell'altro - Eric Emmanuel Schmitt



Buongiorno,
oggi parlo di un romanzo letto di recente e che non dimenticherò così in fretta.
Un genere di romanzo che leggo molto volentieri sono quelli della cosiddetta "storia alternativa", ovvero romanzi che ipotizzano uno sviluppo storico diverso da quello reale, che immaginano cosa sarebbe successo se...
In questo caso, Schmitt si occupa di un personaggio che definire problematico è sicuramente riduttivo. Il lettore deve essere ben consapevole di cosa sta per leggere, perchè l'autore vi obbliga ad entrare nella testa di questo personaggio, addirittura ad immedesimarsi con lui e vi assicuro che la sensazione è strana e spiacevole. Questo perchè il protagonista del romanzo si chiama Adolf Hitler.

Schmitt si pone un interrogativo partendo da un elemento chiave della storia di Hitler: l'8 ottobre 1908 il giovane Adolf non viene ammesso all'Accademia delle belle arti di Vienna. Questo piccolo episodio storico potrebbe aver cambiato le sorti del mondo? Cosa sarebbe successo se Adolf invece fosse stato ammesso e avesse frequentato questa scuola?
Ecco che il racconto di Schmitt segue due percorsi, in stile Sliding Doors, a paragrafi alterni seguiamo le vicende romanzate del dittatore che tutti conosciamo e di un giovane artista che cerca di coronare il suo sogno e diventare qualcuno nel mondo dell'arte. Da una parte quindi Adolf H. inizia la sua carriera di artista, alla perenne ricerca del suo stile e tormentato da fantasmi del passato, finché l'incontro con un personaggio straordinaria cambia tutto...
Dall'altra Hitler vede infrangersi i suoi sogni di diventare un celebre pittore e cerca di sopravvivere in una Vienna decadente che non lo vuole, convincendosi sempre di più della propria superiorità rispetto agli altri e di essere un prediletto destinato a grandi cose. 
La Prima Guerra Mondiale segnerà poi entrambi i loro destini.

Schmitt padroneggia la tematica con sicurezza e umiltà, dipingendo due ritratti speculari di un giovane Adolf in ascesa, cercando di entrare nella sua testa, di capire, comprendere, cercando delle spiegazioni umane e logiche a comportamenti che forse abbiamo sempre attribuito ad un essere demoniaco. Non bisogna mai dimenticare che quest'uomo era proprio questo, un uomo, e non è possibile diventare ciò che lui è diventato. Come infatti spiega nel suo diario di scrittura alla fine del testo (fondamentale), etichettarlo come 'diavolo' o 'il Male', giustifica in qualche modo il suo comportamento, e soprattutto fa pensare che nessun'altro potrà mai diventare come lui. 
Non posso descrivere il disagio che ho provato durante la lettura di questo testo, è difficile scindere il personaggio storico dai protagonisti della storia, eppure... A leggere le vicende disperate di un ragazzino con seri problemi psicologici, si prova un po' di compassione. Un po'. Svanisce anche quella alla fine. Si può incolpare il destino fino a un certo punto per la propria vita, sono le nostre scelte e i nostri comportamenti che poi lo determinano e per quanto la vita non sia stata buona con questo ragazzo, nella lettura psico-sociale di Schmitt, sono comunque i suoi tormenti, le sue illusioni  e un carattere intrattabile a condurlo passo per passo verso il delirio che sarà l'Hitler adulto. 

Consiglio questa lettura a chi ha voglia di confrontarsi molto da vicino con uno dei grandi personaggi del male della storia e a farsi qualche domanda spinosa. 

Eric-Emmanuel Schmitt (n. 1960 presso Lione) è un autore francese di spiccata fama in Francia, dove è noto soprattutto per le sue opere teatrali e per i suoi romanzi, nei quali si occupa di tematiche molto differenti tra di loro, ma con una netta preferenza per temi problematici, come la malattia, l'immigrazione, la religione e per personaggi storici controversi o comunque "difficili". Si consiglia Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano (2001) e  Oscar e la dama in rosa (1996).



martedì 21 marzo 2017

Tag: Un libro per ogni pizza

Buongiorno,
dopo mesi di inattività totale mi è tornata la voglia di prendere in mano questo blog e mettere pixel su pixel le mie impressioni di lettura (ho anche letto delle cose molto interessanti di recente e sento il bisogno di parlarne!).
Per ingranare e partire con qualcosa di divertente e meno impegnativo, colgo l'occasione di un tag trovato sul blog di Ombre Angeliche  (e che penso sia del blog Una lettrice accanita) e che abbina due passioni, che spesso possono anche convivere (ma occhio alle macchie di sugo!)
Si abbinano pizze a titoli di libri. Easy enough.

Schiacciatina  - Un libro semplice, anche troppo

Questo è un libro che ho letto l'anno scorso, e non mi è piaciuto. La trama è abbastanza ridicola, non sta in piedi e la lingua... No, non ci siamo. Lo uso con i miei studenti di italiano, per intendersi. 
Forse sono io, non era il momento giusto, ma la protagonista l'ho trovata insopportabile e il personaggio del suo migliore amico gay, banale da morire e quasi offensivo. Non so se voglio provare qualcos'altro di questa autrice...







Margherita - Un libro che va letto almeno una volta

Domanda molto difficile, sono tanti i libri che andrebbero letti almeno una volta. Per non citare i soliti noti parlerò di "A voce alta" di Bernard Schlink, bellissimo romanzo sulla crescita e sul senso di colpa. Anche il film che ne è stato tratto è un capolavoro. Ambientato in una Germania uscita dalla Seconda Guerra Mondiale con delle cicatrici insanabili, il giovane protagonista Michael si innamora di una donna molto più anziana di lui alla quale legge i suoi libri di scuola. Un romanzo ideale per chi pensa che la lettura sia molto più che un semplice passatempo e a volta possa essere una cura. 





Marinara - Un libro che non si è rivelato essere come pensavi


Nick Hornby è una garanzia, quasi sempre. In questo caso le mie aspettative, non so perchè, erano piuttosto basse, invece questo romanzo mi è piaciuto molto. Divertente, ironico, strafottente. Annie e Duncan sono "morosi" da una vita, ma non riescono a far avanzare la loro relazione. Uno dei motivi: l'ossessione di Duncan per un musicista rock scomparso da tempo, per il quale ha fondato un tristissimo fanclub. Tutto cambia quando a sorpresa l'artista pubblica un nuovo disco e la sua vita incrocia quella di Duncan e di Annie. 
Molto divertente, ma anche reale.





Capricciosa - Un libro che ti ha dato dei problemi

Per forza dà dei problemi, ci sono i carciofi!! 
Non uccidetemi, qui la colpa è solo mia e non voglio dire che il libro non mi è piaciuto, ma solo che ho avuto molte difficoltà a leggerlo e a finirlo! 
Pirandello non è un autore da spiaggia, me ne rendo conto, e l'inizio del libro mi aveva anche coinvolto, ma ho fatto molta fatica poi a seguire i ragionamenti dell'autore... Forse lo riprenderò in mano tra qualche anno, dopo aver maturato anche come lettrice. Ci proverò. 






Montanara - Un libro che può essere definito completo

Visto che manca poco all'uscita della serie tv (OMG!!!!) citerò qua American Gods di quel genio che è Neil Gaiman. Romanzo fantastico, a sfondo mitologico, ambientato in un America contemporanea cupa e inquietante. Shadow, il nostro protagonista, esce finalmente di prigione, ma purtroppo la sua ragazza Laura è venuta a mancare solo pochi giorni prima. L'incontro con un bizzarro individuo in aereo cambierà la sua sorte per sempre. 







Bene, chi ha voglia di pizza? 

lunedì 9 maggio 2016

Short stories #02: The tooth: Shirley Jackson

Secondo appuntamento con la rubrica in cui parlo di racconti brevi. Un racconto breve per essere precisi.
Questa volta l'autrice in questione è l'americana Shirley Jackson (1916 - 1965). Deve la sua fama soprattutto alla racconto "La lotteria" (The Lottery, 1948), in cui un tranquillo villaggio della campagna americana svela un lato molto sinistro e radicato della propria tradizione. Pubblicato sul New York Times ebbe un successo strepitoso.

Ma invece di parlare di questo racconto così noto vorrei parlare di un altro racconto che si trova nella stessa raccolta, in cui venne pubblicato La lotteria in seguito (1949), ovvero "Il dente" (The Tooth):



Clara Spenser parte con un autobus notturno diretto a New York. Deve andare dal dentista per farsi togliere un dente che le dà noia da molti anni. Dopo un viaggio molto confuso, dovuto al dolore, agli antidolorifici e un compagno di viaggio molto disponibile e presente, Clara arriva finalmente in città e si reca dal suo dentista. L'operazione la libera dal dolore, ma davanti allo specchio del bagno delle signore Clara non è più capace di riconoscersi, perché una parte fondamentale di lei non c'è più. Come se quel dente doloroso la definisse e levato quello la sua identità si fosse persa. La rivelazione di fronte allo specchio è forte, uno shock. Acuito dalla presenza di altre due donne oltre a lei, tre sconosciute, come dice Clara, lei finalmente è costretta ad accettare di essere quella più pallida e ansiosa delle tre:


She was the pale anxious one with the hair pulled back and when she realized it she was indignant and moved hurriedly back through the crowd of women, thinking, It isn't fair, why don't I have any color in my face? There were some pretty faces there, why didn't I take one of those? I didn't have time, she told herself sullenly, they didn't give me time to think, I could have had one of the nice faces, even the blonde would be better. (p. 25)

Il racconto è infuso di ambiguità, anche linguistiche, perchè Clara passa attraverso vari stadi di coscienza e situazioni limite, dal dolore agli antidolorifici, ai narcotici del dentista. La sua percezione della realtà viene quindi messa duramente alla prova e anche noi come lettori non riusciamo più a capire cosa sta succedendo 'veramente'. 
L'inquietante presenza costante di Jack, che Clara incontra sull'autobus e poi nuovamente a New York, dopo l'operazione, ci fa ancora dubitare della parola di Clara. Chi è Jack? Esiste davvero o soltanto nella sua immaginazione?
Ammetto che la tensione provata da Clara andando dal dentista è una che conosco molto bene e mi ha quindi permesso di immedesimarmi meglio nel suo personaggio. Non si può parlare di denti ed estrazioni alla leggera...

L'edizione: Questo libro fa parte dei Penguin Mini Modern Classics, una collana uscita dalla Penguin nel 2011 per i Cinquant'anni della loro fortunata collana Modern Classics. Si tratta di 50 brevi raccolte di racconti o novelle (The Tooth conta 70 pagine), che si prestano molto bene per scoprire nuovi autori e autrici. Mancano però di un apparato di note o di commenti e non contengono neanche una introduzione biografica dell'autore/autrice. Questo è sicuramente un punto a loro sfavore.