giovedì 21 gennaio 2016

Short Stories #01 - Straight Fiction di Martin Amis

Vorrei iniziare a parlare di un genere letterario che ho iniziato ad approfondire negli ultimi anni, ovvero i racconti, o short stories. I racconti, a differenza dei romanzi, permettono un respiro di lettura molto diverso e possono narrare delle storie o degli scorci di storie, con una strutturazione molto diversa. Trovo che siano un ottimo luogo dove partire per scoprire autori e autrici nuovi, perchè ci si prende il tempo di leggere con maggiore attenzione ogni frase e parola scelte per narrare la vicenda e si è in grado di apprezzare molto meglio lo stile dell'autore, la sua scelta lessicale, i suoi focus.

Qui parlerò quindi dell'ultimo racconto che ho letto, Straight Fiction, dell'inglese Martin Amis. Ho trovato questo racconto nelle edizioni con testo originale a fronte usciti con La Repubblica l'anno scorso.

Martin Amis, figlio del celebre scrittore Kingsley Amis, scrive dagli anni '70 (del 1973 è The Rachel Papers, il suo romanzo d'esordio) e viene considerato uno dei maggiori autori contemporanei sperimentali e dissacranti.
Il racconto in questione è tratto dalla raccolta Heavy Water and Other Stories del 1983 (in italiano Cattive Acque, ed. Einaudi, 2000), e presenta a fronte anche la traduzione di Massimo Bocchiola.

Questa storia propone al lettore un mondo capovolto, un mondo in cui l'omosessualità è la norma, e l'eterosessualità viene vissuta come stile di vita alternativo, innaturale e bizzarro. Questa visione viene giustificata dall'idea che l'animale in natura preferisce l'altro sesso, per la riproduzione della specie, l'uomo invece è superiore allo stato di natura e quindi preferisce il proprio sesso, mentre la riproduzione della specie avviene soltanto in laboratorio.
Cleve, l'io narrante della storia, vive una vita molto comune, tra i compagni che cambia continuamente e le infinite sessioni di body-building in palestra e la lettura. Finchè un giorno non incontra Cressida, appassionata di letteratura quanto lui, ma attivista etero. L'amicizia tra i due dovrà superare non pochi ostacoli, come la gravidanza di Cressida e porterà il protagonista a riconsiderare molti aspetti della sua vita.
La storia è naturalmente soltanto una scusa per parlare di stereotipi. Cleve e i suoi fidanzati (Orv, Irv, Grove... altro non sono che varianti dello stesso Cleve) sono stereotipi viventi, fanno bodybuilding, prestano un'eccessiva attenzione a quello che mangiano, si vestono da poliziotti.. incarnano insomma l'idea anni '80 degli omosessuali britannici. I due etero della vicenda invece, Cressida e John, non hanno nulla di identificabile, nessun segno distintivo, abbigliamento d'appartenenza. Banali. Forse il messaggio che Amis vuole mandare è quanto "l'altro" rappresentato qui, non sia poi così bizzarro, così diverso. Qualunque sia il punto di vista dal quale si guarda. 
L'elemento preponderante della storia e il legante tra Cleve e Cressida è la letteratura. La quale subisce anch'essa un'inversione d'orientamento. Pride and Prejudice diventa un classico della letteratura normata, la storia d'amore tra Elisabeth Bennet e Charlotte Lukas dunque e Oscar Wilde viene rivelato a Cleve come un palese scrittore 'etero'. 
Il gioco d'inversione della norma segue la sempre maggiore consapevolezza di Cleve della presenza attorno a se di elementi 'straight', d'apprima vissuta con incertezza, poi difesa strenuamente dal disprezzo crescente dei suoi ragazzi. L'abbandono della "retta" linea (ah no, il contrario) avverrà di conseguenza. 
L'ironia della storia è sottile e funziona solo invertendo nuovamente le parti, comprendendo che non è un orientamento rispetto all'altro che viene ridicolizzato, ma la percezione che di essi si può avere.

"Jesus, is nothing sacred? Christ, where do they get off calling themselves straight? They take a fine old English word and fuck it up for the rest of us."
"It's a word we use a lot. I keep noticing it. Straight and narrow."
it. "Dio Santo, ma non c'è più niente di sacro? E poi Cristo, questo fatto che chiamano se stessi 'naturali'? Ci rubano una sana vecchia parola inglese e ce la inculano senza ritegno."
"E' una parola che usiamo così spesso. Continuo a inciamparci. Talento naturale."
(pp. 26 e 27) 

 
 
 

6 commenti:

  1. I racconti non sono esattamente il mio genere preferito, non riesco a farmeli piacere completamente, anche se ogni tanto ne leggo :)
    Ho scoperto che quelli che mi piacciono di più sono quelli dell'orrore (che è un genere che invece non mi soddisfa mai pienamente nei romanzi), mentre gli altri generi non mi fanno impazzire (quando si parla di racconti).
    Ma quello che hai presentato sembra comunque interessante :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non mi ci sono appassionata subito neanch'io... ma un po' alla volta, racconto dopo racconto, ne ho scoperto il piacere. Potresti provare con i racconti di Benni, divertenti e a volte molto brevi.

      Elimina
  2. Il tema dell'omosessualità al posto di quella etero è davvero interessante!Mi è molto piaciuta la trama.
    Anche a me quest'anno stanno cominciando a piacere i racconti..Sto leggendo i racconti di fantasmi di Hogdson e devo dire che mi hanno colpito molto. Come dici tu, sono una lettura diversa dai romanzi lunghi, ma secondo me altrettanto efficace:)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si, è molto interessante questo rovesciamento! Ricordo che avevo visto anche un film breve con questo tema e funzionava bene.
      Hogdson non lo conosco, lo andrò a scoprire! :)
      Metterò altre recensioni in futuro, occhi aperti ;)

      Elimina
  3. I racconti per piacermi devono essere folgoranti! Ma ammetto di non avere letto molte raccolte. Forse, come per la fotografia, andrebbero considerati non singolarmente ma nella loro forma di "portfolii". Con quelli della Munro si tende a vederli proprio cosí. Una disarmonia significativa. Non trovi?
    BiTi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A volte leggo una raccolta con questa sensazione, più spesso invece riesco a leggere ogni racconto come pillola isolata. Di solito infatti di una raccolta mi rimane impresso un racconto solo, o due, ed è già una soddisfazione sufficiente.
      Ho un'altra raccolta della Munro da leggere, vediamo come sarà...

      Elimina