lunedì 7 marzo 2016

Recensione #10: The Nightingale - Kristin Hannah

Con le nebbie e la neve che ci ha sorpreso in questa prima settimana di marzo mi metto a recensire un romanzo finito un po' di tempo fa e che mi ha tenuto sveglia fino a tarda notte...

Il romanzo in questione è The Nightingale di Kristin Hannah (2015), tradotto in italiano col titolo L'Usignolo e pubblicato da Mondadori a gennaio di quest'anno. (traduzione di Federica Garlaschelli)
Si tratta di un romanzo storico, vincitore del Goodreads Choice Award 2015 per la categoria 'Historical Fiction'.
L'autrice californiana in patria ha un enorme successo come scrittrice di romanzi d'amore e a sfondo storico (le sue copertine dalle tinte pastello dicono tutto...), e ha trionfato nelle classifiche con questo dramma familiare.
Dico da subito che per questo romanzo servono un bel po' di fazzoletti e una calda bevanda coccolante, perché le lacrime non mancheranno... E lo dico da lettrice non particolarmente emotiva.

In love we find out who we want to be.
In war we find out who we are.

Trama:
La storia inizia negli anni '90 negli Stati Uniti e un'anziana narratrice si trova a fare i conti con un passato che aveva messo in soffitta (letteralmente). Il suo racconto ci porta a Carriveau, un paesino nella provincia francese, dalle parti di Lyon nel 1940. Vianne Mauriac, insegnante, vive una pacifica vita assieme a suo marito Antoine e sua figlia, dopo aver superato un difficile passato di abbandoni ed esser stata costretta a crescere e diventare grande molto prima del previsto. Ha un difficile e praticamente inesistente rapporto con la sorella minore Isabelle, una diciottenne ribelle e indipendente che ha passato l'infanzia a scappare dalle varie scuole in cui venne mandata. Ma siamo agli albori di una guerra che tutti temono e la vita di Vianne viene sconvolta quando suo marito viene spedito al fronte e Isabelle si rifugia da lei. Gli anni della guerra cambieranno le due sorelle radicalmente e le metteranno di fronte a delle scelte impossibili.
Mentre la protettiva e timorosa Vianne aspetta il ritorno del marito e si sottomette ad ogni decisione impostale dall'esterno, fino ad accettare in casa un soldato nemico, Isabelle dichiara fin da subito che non resterà con le mani in mano e difenderà la sua nazione dall'invasione nazista a qualunque costo. La coraggiosa ragazza non ci penserà due volte ad unirsi alla resistenza e a mettere in pericolo la propria vita, e non solo, per la causa francese. 

Cosa ne penso:
Come dicevo prima, questo libro mi ha tenuta incollata alle pagine e l'ho terminato in una lunga nottata perché non riuscivo a dormire senza sapere come andava a finire. Ma ammetto anche, che è stato un piacere terminare la lettura e tornare al presente...
Per quanto sapessi già a cosa andavo incontro leggendo una storia ambientata in questo contesto storico, il dolore e il male che ci possono essere in questo mondo non finiscono mai di stupirmi e arrivo impreparata a certe scene, incredibili e purtroppo molto realistiche. Non mi è possibile mettermi nei panni di chi ha vissuto le atrocità e le barbarie della seconda guerra mondiale e una parte di me ne è egoisticamente contenta. Ho sofferto molto assieme a queste due donne spettacolari e a ogni pagina mi sentivo scendere sempre di più in un abisso dal quale solo la mia conoscenza della storia mi salvava. Avrei voluto comunicare con Vianne e Isabelle, per dire loro che la guerra sarebbe durata a lungo, sarebbe stata terribile, ma che sarebbe anche finita prima o poi. 
Kristin Hannah non ci risparmia nulla, gli orrori della guerra e la disperazione percepita sono ovunque, ma si concentra anche su degli aspetti apparentemente minori, ma vitali in una vita di provincia: la solidarietà con i compaesani che viene messa alla prova e infine distrutta dall'arrivo in paese dei tedeschi. La sfiducia totale nel prossimo che il loro sistema di spionaggio è riuscito a compiere, ma al contempo il coraggio e l'altruismo che sono riusciti a brillare nell'oscurità. 
La trama viene sviluppata in maniera molto avvincente e spesso imprevedibile da parte dell'autrice, ma lo stile di scrittura non mi ha fatto impazzire. Troppo descrittiva in momenti superflui (non mi interessa conoscere ogni singolo quadretto e vasetto presenti nel soggiorno di Vianne), tende spesso a entrare nella mente dei suoi personaggi e a offrirci i loro pensieri, confezionati come un melodramma, abusando un po' troppo delle domande retoriche. Capisco però che questo stile è affine al genere letterario al quale appartiene questo romanzo e al quale io non sono particolarmente avvezza. Ma le passioni e i sentimenti che la Hannah è riuscita a trasmettere sarebbero stati possibili anche senza queste intrusioni costanti nell'intimità dei pensieri di Vianne e Isabelle.

Consigliato a chi ama leggere storie di donne complesse e sfacettate, di guerra e orgoglio patriottico, di forza d'animo e naturalmente d'amore, capace di imprese impossibili.

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